Leggere e scrivere

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Cicerone


La vita o la si vive o la si scrive.
Luigi Pirandello

martedì 31 agosto 2010

I colori del mare

I colori del mare...
Argento di primo mattino,
quando nasce il sole e dà il benvenuto ad un mare assonnato.
Azzurro trasparente, quando la luce si specchia vanitosa,
in un mare, che inizia a vivere nel giorno che, dolcemente scorre.
Verde smeraldo, appena il sole, lo circonda
nell'intento di un abbraccio infinito.
Argento, quando con il chiarore purpureo, inizia un lento declino,
aspettando l'arrivo del dolce riposo.
Giallo e arancio nell'imminente saluto di commiato, al mare.
Blu cobalto appena l'oscurità copre, la tenue luce, che se ne va.
Nero inchiostro... e la notte diventa, indiscutibile padrona
dell'immenso, che si fa mistero.
E poi, di nuovo, come un miracolo... quel nero, si trasforma in argento vivo
e la luna, maliziosa si tuffa...e poi, si specchia,
diventando regina... di quel cielo capovolto.

nereidebruna

domenica 29 agosto 2010

"Non possiamo cambiare la direzione del vento, ma possiamo sistemare le vele..."

venerdì 27 agosto 2010

Splendida sirena


Odo soavi melodie
in quell'infinito blu
fra onde ricciolute e
candide spume.
Splendida sirena
guizzante e armoniosa
sfiori il cielo
e lasci il vento beffardo
accarezzarti fra i capelli.
Riaffiori e riemergi
illuminandoti di sole
e canti soavi melodie
e dolci suoni
allietando i naviganti.
Torni laggiù, ancora,
negli abissi più blu,
fra le posidonie e
le stelle marine,
splendida sirena,
regina del mare.

nereidebruna

mercoledì 25 agosto 2010

A spasso con me

Ero uscito presto. Il sole stava pian piano levandosi oltre la duna.
Attraversai la strada con attenzione ma vista l’ora, il via vai delle auto che saettano a destra e a sinistra in un continuo frastuono e strombettio, era pressoché nullo. Un deserto d’asfalto.
Il viale alberato era spoglio da ogni essenza di vita; solo una piccola graziosa lucertola priva di coda zampettava sinuosa lungo il tronco rugoso di un alto pino marittimo alla ricerca di un raggio di sole per il suo consueto bagno di luce. Al mio passaggio, come il solito, raggiunse in fretta una piccola insenatura nel legno e si rifugiò al suo interno.
Nella panchina, antistante alla discesa che portava al mare, dormicchiava seduto scomposto con la testa penzoloni, un anziano. Il giornale quotidiano scivolato per terra. Alcuni fogli erano sparsi nell’erba spinti dal vento. Gli passai vicino ma non si mosse.
Finalmente incontrai il primo uomo “in vita” che correva leggero e sorridente, non so perché, dalla parte opposta della strada. Stava facendo jogging e quella sua palese felicità espressa da una fila di denti bianchissima e ben in mostra, stampata tipo manifesto pubblicitario per sponsorizzare qualche nuovo e miracoloso dentifricio, mi parve alquanto falsa e fuori luogo. Sapevo che correre era faticoso e neppure tanto divertente.
Continuai la mia passeggiata superando un ponticello di legno. Sotto scorreva un piccolo corso d’acqua a volte senz’acqua. Oggi invece un rivolo, forse alla fine dei suoi giorni scivolava lento.
Dal muretto, guardando giù vidi alcune rane che con un “cra cra” mi diedero il buongiorno e poi con un salto scomparvero sotto il fogliame. La loro non è una lingua universale, quindi le salutai con un cenno.
Ecco il mare! Vivevo qui da qualche tempo e ogni volta che vedevo il mare, cercavo di scoprirne i confini ma la sua distesa era infinita.
A essere sincero non amo particolarmente sguazzare nell’acqua e il mio nuoto è esclusivamente per salvarmi la pelle. Un po’ invidiavo, ed è difficile che lo ammetta essendo alquanto orgoglioso, il migliore e fedele amico dell’uomo, parlo del cane, che si butta in acqua come un pazzo per raccogliere un semplice tronco amorfo, per di più non commestibile, ma che lo rende tanto felice e soddisfatto.
Parli del diavolo… ecco che spunta la coda. Un piccolo, ma non troppo ammasso di pelo correva abbaiando verso alcuni gabbiani che zampettavano a caccia di molluschi. All’arrivo della matassa di ovatta crespa si alzarono in volo emettendo stridii acuti.
Il padrone lo richiamò a gran voce:
“ Birillo…!” Ubbidiente ritornò sui suoi passi leggermente avvilito. A me i cani non piacciono. Ero allergico.
Una volta poi, il cane degli inquilini del secondo piano, la famiglia Marchetti, un quattro zampe pulcioso, con la barba, due orecchie lunghe e larghe come un elefante, una coda a ricciolo simile a quella dei porci che si chiamava Rufus, un nome appropriato, mi si parò davanti al portone d’entrata del palazzo e minacciosamente mi mostrò “un sorriso” completo di tutti i denti canini compresi, e mi puntò. Capii che non era un bel giorno per me, anche se il sole splendeva e nella mia mente scattò, come in un film, un ciak si gira. Guardai a destra e a sinistra per trovare un varco d’uscita e darmela a gambe levate (per alcuni secondi una musica tipo Profondo Rosso) e mi resi conto che l’unica via di salvezza era attraversare la strada di corsa (e qui il suo sguardo duro fissa il mio e la musica cambia d’improvviso: Mezzogiorno di fuoco). Era, infatti, mezzogiorno e il traffico della statale inimmaginabile. Passare forse era un suicidio (e vidi in un flash le mie esequie e una bianca lapide marmorea su cui era scritto: Qui giace Romeo un compagno di vita amato da tutti).
Il coraggio però non mi è mai mancato. La musica cambiò di nuovo, questa volta presa dal film: La carica dei 101; come un fulmine mi girai di scatto lasciando la paura sul ciglio attraversai la strada velocissimo. Non credo che il nuovo treno Milano - Roma ad alta velocità avrebbe potuto eguagliarmi. E ce la feci per un pelo, lui invece… Seppi che per Rufus non ci furono esequie ma un sacco di plastica scuro e un cassonetto.
Fui triste per qualche minuto, giusto il fatto doloroso, poi ripresi la mia dignità e tornai a casa a testa alta.
In fondo questa è la vita!

La spiaggia si stava popolando. Un bimbo seminudo seguito dalla mamma giocava allegramente con la palla.
Mi soffermai curioso a osservare una buca profonda ma vuota vicino alla riva. Non sapevo che qui ci fossero le talpe e non era la prima buca che vedevo.
Mi avviai verso l’uscita; si stava facendo tardi. Il cielo limpido privo di nubi e il sole ora alto mi avevano fatto dimenticare lo scorrere del tempo. La colazione mi aspettava.
Salutai la solita anziana carica di buste con la spesa alimentare. Dal profumo che sprigionavano, oggi doveva aver acquistato dell’affettato e mi venne l’acquolina e un leggero languorino allo stomaco. Dovevo dirlo a Rosa che quando va da Gigi ne compri qualche etto. Ne vado pazzo!
Allungai il passo e arrivai giusto giusto perché dalla cucina usciva un delizioso aroma di pane tostato, biscotti e caffè… il caffè no, perché mi rende nervoso ma il resto… Pancia mia fatti capanna.
“ Sei qui finalmente… dove sei stato? Sempre in giro… “ sbraitò Rosi. Quanto l’amavo, era tutto per me.
“Tieni, questo è il tuo latte, vai piano perché è freddo da frigo e queste sono le tue crocchette. Mangia!” e pose sul pavimento due scodelle colme.
“O no… “ dissi fra me e me “ la solita sbobba…! “ e sospirando, miagolai debolmente e ci ficcai dentro il muso.

nereidebruna

Pensieri di mare (2° Premio Concorso Internazionale New York)

Il sole, brilla luminoso,
specchiandosi vanitoso
in un mare color smeraldo,
limpido e tranquillo.
Le onde scivolano lente,
sciogliendosi sulla riva.
Qualche anziano passeggia,
respirando l'aria salmastra.
Le mie labbra, sanno di sale!
Un dolce profumo marino mi inebria.
Che spettacolo, questo cielo capovolto... quest'infinito regno,
dove misteri, ancora si celano inviolati.
Un cane più in là,
corre felice, gioca...
segue il padrone,
scodinzolando abbaia e buttandosi,
fra le onde,
cattura un ramo portato dalla marea.
Un gabbiano zampetta sulla riva,
beccando il guscio 
di qualche mollusco arenato.
Mi avvio verso casa, lentamente, serena,
gli do un ultimo sguardo...
lo saluto, con un dolce sorriso.
Domani, non mancherò!!!!

nereidebruna

martedì 24 agosto 2010

Preghiera alla Madonna del Mare

Regina del mare,
che dalle stelle ti volgi quaggiù,
dona un tuo sguardo di luce.
Forse nella tempesta c’è ancora una barca,
ma la luce del faro non disperde la nebbia,
non entra nel cuore di vite e uragani.
Su questa spiaggia adesso cattiva,
nelle notti di reti strappate, t’invoco:
sii porto a chi piange nel vento.
E in questo mare di sorriso e tremore
dona il tuo amore a chi naviga senza senso.
Stella del mare, guida noi poveri marinai
nella nostra rotta della vita.

domenica 22 agosto 2010

Donne pirata


La pirateria, si sa, era un lavoro da uomini perchè la vita in mare oltre ad essere molto dura, era regolata da un codice di comportamento che tutti dovevano rispettare.Il “capitano” incuteva rispetto se non paura, eppure le decisioni il più volte erano prese in modo molto democratico con l’accordo di tutti i membri dell’equipaggio.Le donne erano bandite dalle navi pirata, potevano salire a bordo solo se si era in porto.Quelle che sognavano di percorrere i mari sotto la bandiera dei pirati, non avevano altra scelta che apparire degli uomini, e quindi, vestirsi, combattere, fare uso delle armi, bere e bestemmiare come tali.La storia ci racconta solamente le audaci imprese di tre donne pirata: Alvilda, Mary Read e Anne Bonny.Queste tre donne, anche se vissute in epoche diverse, avevano delle caratteristiche in comune: un forte temperamento, piglio e capacità di comandare, determinazione nel ribellarsi alle leggi alle quali le donne dell’epoca dovevano sottostare.Avilda, una delle prime donne pirata ad aver comandato una nave, prima ancora del periodo dei Vichinghi, intraprese la vita di pirata per evitare un matrimonio combinato con il principe Alf. Il suo equipaggio era composto di sole donne.Mary Read, prima di intraprendere la “carriera” di pirata, aveva scelto di vivere la sua vita da uomo. Travestendosi da uomo, riuscì a combattere nelle file della Marina Inglese. Quando la nave sulla quale era imbarcata, fu catturata dai pirati di Rackham, si unì a loro dimostrando un coraggio fuori del comune, combatté assieme alla Bonny, uccidendo addirittura i codardi che non avevano combattuto da veri uomini.Anne Bonny, dopo aver incontrato il pirata Jack Rackham, abbandonò il marito marinaio, per seguirlo, travestita con abiti maschili. Una lunga schiera d’avventuriere abbracciò la vita della pirateria che non fu mai menzionata, poiché, in quanto donne, mantennero il loro segreto.Le gesta delle due donne pirata furono sorprendenti, ma non incredibili. Disposte a travestirsi da uomo pur di avere gli stessi diritti, avevano forza e coraggio da vendere, nel combattere erano capaci di intimidire anche il più coraggioso dei pirati.Quando i pirati di Rackham furono catturati, le due donne sfuggirono alla pena capitale perché erano entrambe incinte. La Bonnie, mentre Rackham saliva sulla forca gli gridò: “Se tu avessi combattuto da uomo, ora non moriresti come un cane!”


giovedì 19 agosto 2010

Grande Balena


Nel più profondo blu
ti immergi e riaffiori,
nobile e immensa.
Immutabile!
Sbuffi
e gli spruzzi
come piccoli diamanti
luccicano preziosi
sul tuo scuro setoso manto.
Scivoli dolcemente
fra le onde
e la spuma
ti avvolge
accarezzando
il tuo perpetuo viaggio.
Leggende e misteri
accompagnano i tanti tuoi giorni,
nell'infinto cobalto.
Non fermarti,
grande balena.
Fa' che il vento
ti sfiori portandoti lontano,
che il mare ti culli,
donandoti dimora
mentre la vita,
nel suo trascorrere,
racconta di te.

nereidebruna

Veleggerò nel mare



Veleggerò nel mare
fra onde e spume.
Bianche ali
simili ad angeli
mi spingono
verso l'infinito blu.
Veleggerò
e forse non tornerò,
lasciandomi
annegare negli abissi
fra le gorgonie
e le stelle marine.
Veleggerò
spinta da dolci venti
e senza alcun timore,
le mie vele
oltre quell'orizzonte misterioso,
cercheranno
la loro azzurra dimora.

nereidebruna

martedì 17 agosto 2010

Scrivendo...



Scrivendo di mare
nessuna ombra
copre il mio cielo.
Nel mare azzurro
trovo le stelle
e la luna
che brillano,
vanitose,
nel loro infinito
senza fine.
Scrivendo di mare
sfioro
l'orizzonte con un dito
e pennello di indico
il cielo
che si confonde con
il blu del mare
annegando in esso.


nereidebruna





lunedì 16 agosto 2010

Bella Roma


Roma
bella e eterna
nell'imponente
e immensa ombra
del gran Colosseo.
Bella Roma
dove il Tevere
unisce le genti
nell'incontro con Dio.
La fede si tempra
in quell'infinito divino.
Roma
capitale del mondo,
unica e immutata
silente e immortale
ricca di storia
di potenza e vittoria.
Bella Roma
che nel cuore rimani
anche se il tempo,
innegabile,
ti ha un po' consunta.
Bella Roma
sotto il sole di agosto,
che ti
copre di prezioso oro
e ti fa brillar,
senza eguali,
rinnovando il tuo
splendido ardore,
come una
fulgida stella.

nereidebruna

venerdì 6 agosto 2010

lunedì 2 agosto 2010

Templari, Cavalieri di Cristo



Nel silenzio,
respiri leggeri e
battiti di cuore
accompagnano passi decisi
nell’incontro con la Luce Divina.
E in quel buio,
in una notte di luna e di stelle,
percettibili fruscii
di bianchi e neri mantelli
che sospesi
fluttuano accarezzati dal vento,
come ali d’angelo.
Pare un altro tempo!
E la Croce
di rosso scarlatto
fende l’oscurità
come lama di spada.
Nel silenzio irreale
fieri guerrieri
si avviano verso l’Altare
armati di fede,
con la gioia nel cuore,
i Templari,
Cavalieri di Cristo.


nereidebruna

La vita

“Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.”

San Agostino
E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi.

Sal.26

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Sal.138
Guidami, Signore, per una via di eternità.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.