Leggere e scrivere

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Cicerone


La vita o la si vive o la si scrive.
Luigi Pirandello

martedì 23 novembre 2010

Verso il cielo


Irto e impervio
è il sentiero
che porta a Dio.
Faticosa è la salita
sotto un limpido cielo,
ma la devozione spinge lassù.
Il Cristo Redentore
silente e imponente
accoglie le genti
che con la preghiera
si affidano a Lui.
A spalle accompagnata
la pesante statua
dell’Arcangelo Michele.
Verso l’Eremo va,
preceduta con onore
dai poveri Cavalieri di Cristo.
Una croce rossa patente
nei bianchi mantelli,
come ali nel vento
raggiungono il cielo.
Fende la spada
l’Arcangelo Michele.
Inni solenni e orazioni di fede
mentre il sole radioso
splende illuminando
di oro la cima,
che verso l’infinito Cielo,
s’inchina a Dio.


Stefania

sabato 20 novembre 2010

L'Ippocampo

Il cavalluccio marino o ippocampo lo si trova nel Mediterraneo, sulle coste orientali dell'Atlantico e persino nella Manica. Questo pesce si stabilisce nei luoghi ricchi di piante acquatiche. Esso è lungo circa 15 centimetri ed ha una testa che forma un angolo retto con il corpo. Questa posizione unita alla sua forma e alla rastremazione del corpo che ricorda un lungo collo, gli conferisce una curiosa somiglianza con la testa di un cavallo. Proprio a questa somiglianza l'animale deve il suo nome. Il suo corpo è bruno o nerastro ed è coperto da placche ossee che sembrano dividere l'animale in anelli e formano robuste creste longitudinali. L'ippocampo nuota in posizione verticale, spinto in avanti dalle rapide vibrazioni della pinna dorsale, mentre la vibrazione delle pettorali e i movimenti della coda servono per gli spostamenti verticali. La lunga coda prensile, che generalmente porta arrotolata in avanti, è sprovvista di pinne ed è sempre pronta ad attorcigliarsi intorno alla prima alga che incontra; dopo di che l'ippocampo esplora l'acqua circostante alla ricerca di una preda su cui lanciarsi rapidamente. L'ippocampo possiede occhi mobili e indipendenti l'uno dall'altro, ed è soggetto a cambiamenti di colore. La sua alimentazione si compone di piccoli crostacei, ma mangia anche anche minuscoli animaletti che raccoglie sulle foglie di posidonia. In primavera maschio e femmina si accoppiano. I due coniugi rimangono l'uno di fronte all'altro finchè la femmina ha introdotto tutte le uova, circa 200 uova in pochi secondi, fecondate via via dal maschio, nella sacca d'incubazione che quest'ultimo porta sotto la coda e che è fornita, alla sommità, di una piccola apertura. Dalle uova escono minuscoli embrioni, e 60 giorni dopo la deposizione il maschio, con energiche contorsioni, espelle i piccoli, lunghi una dozzina di millimetri, filiformi e trasparenti.

E qui comincia l'avventura...!!!

mercoledì 17 novembre 2010

La vongola - curiosità e ricetta "Spaghetti alle vongole"

La vongola (Chamelea gallina ) è un mollusco bivalve costituita da due robuste valve a forma di ventaglio uguali tra loro, della famiglia dei Veneridae.
Il termine vongola, sebbene diffuso tra tutti gli italofoni, è di origine napoletana e deriva dal latino volgare conchŭla, diminutivo di cŏncha, ossia conchiglia.
Le valve della vongola sono ruvide al tatto, di colore bianco-bruno, con sfumature grigiastre irregolari; l'interno della conchiglia è invece liscio e bianco-giallastro.
Sebbene la vongola possa raggiungere i 5 cm, generalmente non supera i 3,5 cm, e vive nascosta sotto le
sabbie dei fondali marini, ben infossata: ad emergere sono solo i suoi sifoni, necessari alla vongola per nutrirsi.
La vongola è molto diffusa nel mar del Caspio, nell'Atlantico e nel Mediterraneo; in Italia è molto presente nelle coste dell'Adriatico e in quelle del medio-basso Tirreno.

La pesca della vongola deve avvenire manualmente, attraverso rastrelli, poichè la pesca con draghe sarebbe vietata, sebbene gli interessi commerciali facciano spesso “dimenticare” questa norma.

Le imbarcazioni adibite alla pesca delle vongole sono denominato “vongolari”: esse sono dotate di draghe idrauliche o turbosoffianti che penetrano il fondale sabbioso e, strisciando, catturano le vongole.

La pesca delle vongole è gestita da dei Consorzi di pescatori.

L'allevamento delle vongole è detto “venericoltura” ed è svolto principalmente sui fondali delle lagune: data l'alta rimuneratività della pesca di questo mollusco, si sta sempre più diffondendo la pesca e la commercializzazione illegale, gestita addirittura da mafie. Le vongole così diffuse contengono spesso un'alta percentuale di sostanze tossiche, come piombo, arsenico, mercurio: queste vengono poi vendute “in nero” a ristoratori che a loro volta le offrono a turisti ignari.

Si distinguono diverse varietà di vongole e le principali sono:

- Vongola verace (Ruditapes decussatus), è la più comune e la più apprezzata: le sue carni si distinguono per la loro dolcezza e tenerezza.
- Vongola verace filippina (Tapes philipphinarum), di colore più scuro e intenso; l'interno delle sue valve ha sfumature violacee. Originaria del Pacifico, si è poi diffusa in Veneto solo pochi decenni fa; è di dimensioni superiori rispetto alla vongola verace e le sue carni sono meno tenere.
- Lupino (Dosinia exoleta ), è caratterizzata dall'assenza di sifoni (corni).
- Longone (Venerupis aurea), predilige fondali fangosi, ha la conchiglia molto fragile, soggetta quindi a rotture: le sue carni sono dolci e dal sapore delicato.

■ Al momento dell'acquisto

La vongola è molto apprezzata dal mercato: è commercializzata essenzialmente viva, come è imposto dalla legge, ma si può trovare anche surgelata, sgusciata o no.
Sulla confezione di vongole deve essere riportato il marchio CEE, che ne garantisce la provenienza sicura; in caso contrario, se contaminate, si potranno contrarre malattie e virus anche molto pericolosi, quali epatite o tifo.

■ Conservazione

Le vongole sono molluschi molto delicati che vanno quindi consumati il più presto possibile: dal momento dell'acquisto si potranno mantenere in frigorifero per non più di un giorno, possibilmente avvolte in un panno umido e già pulite.

■ Pulizia e uso in cucina

Per togliere la sabbia, si consiglia di mettere a mollo le vongole in acqua salata (con sale grosso) per un tempo minimo di 2 ore: attraverso questo procedimento, le vongole si spurgheranno; per ultimare la pulizia sarà sufficiente risciacquarle in acqua corrente, strofinandole con uno spazzolino.
Per aprirle il metodo più semplice è gettarle in una padella calda per qualche minuto, finchè le valve non si schiudono.
In questo modo però si rischia che le vongole perdano il delicato sapore: sarebbe quindi consigliabile aprire i molluschi con un coltellino: in questo modo si avrà anche la possibilità di conservare il liquido in esse contenuto, che, una volta filtrato, potrà essere aggiunto alla cottura delle vongole stesse per accentuarne l'aroma.

Nelle preparazioni delle vongole, sono da evitare cotture lunghe, perchè le carni si potrebbero indurire.

La vongola è impiegata per la preparazione di primi come risotti, zuppe o paste, ma anche per antipasti o secondi, cucinandole, ad esempio, in forno con uno strato fine di trito di pangrattato, aglio e prezzemolo.

■ Proprieta' nutrizionali

Le vongole sono ricche di vitamina A, fondamentale per lo sviluppo dell'organismo: la sua carenza può infatti inibire la crescita, portare alla deformazione delle ossa, degli organi riproduttivi e degli organi visivi.

La vongola contiene inoltre fosforo, elemento strutturale di ossa e denti, potassio e proteine, indispensabili per le difese immunitarie del nostro organismo.

Il consumo della vongola è indicato per le diete ipocaloriche: essa ha un apporto di grassi molto ridotto e contiene solo 72 Kcal per 100 g.

Il termine vongola è di origine latina e deriva da conchŭla, cioè conchiglia.

Caparozzolante è, invece, una denominazione di origine dialettale che si riferisce al pescatore di vongole veraci, che in Veneto sono appunto chiamate "caparozzoli" e vengono pescate nella laguna con particolari imbarcazioni.

L'organismo vivente più vecchio al mondo mai trovato è proprio una vongola della veneranda età di 410 anni: essa è stata ritrovata nei freddi mari dell'Islanda ed è stata subito sottoposta a studi per scoprire il segreto della sua longevità.

Ricetta: Spaghetti alle vongole

Vongole in bianco

Tagliate 2-3 spicchi d’aglio e fateli soffriggere in una padella con dell’olio d’oliva fino a farli imbiondire. Aggiungere poi le vongole ben scolate e farle cuocere a fuoco vivo per 2-3 minuti fino a che si sono aperte tutte. A questo punto sgusciare la metà delle vongole lasciando da parte le altre per la decorazione (la metà sgusciata resta nella padella con l’olio). Aggiungere un il prezzemolo tritato finemente, sale ed una punta di peperoncino e poi versare nella padella gli spaghetti (o i vermicelli) cotti molto al dente. Fate insaporire gli spaghetti nell’olio per almeno un minuto e servire immediatamente decorando con le altre vongole non sgusciate.

Buon appetito!!!

lunedì 15 novembre 2010

'A Livella - stupenda poesia di Antonio de Curtis

Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fa' chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.


Ogn'anno puntualmente, in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con i fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza


St'anno m'è capitata 'n'avventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio
(Madonna), si ce penzo, che paura!
ma po' facette un'anema 'e curaggio.


'O fatto è chisto, statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d' 'a chiusura:
io, tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.


"QUI DORME IN PACE IL NOBILE MARCHESE
SIGNORE DI ROVIGO E DI BELLUNO
ARDIMENTOSO EROE DI MILLE IMPRESE
MORTO L'11 MAGGIO DEL '31."


'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
... sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele, cannelotte e sei lumine.


Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce steva n'ata tomba piccerella
abbandunata, senza manco un fiore;
pe' segno, solamente 'na crucella.


E ncoppa 'a croce appena si liggeva:
"ESPOSITO GENNARO NETTURBINO".
Guardannola, che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!


Questa è la vita! 'Ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pure all'atu munno era pezzente?


Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i' rummanette 'chiuso priggiuniero,
muorto 'e paura... nnanze 'e cannelotte.


Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje; stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato ... dormo, o è fantasia?


Ate che' fantasia; era 'o Marchese:
c' 'o tubbo, 'a caramella e c' 'o pastrano;
chill'ato appriesso' a isso un brutto arnese:
tutto fetente e cu 'na scopa mmano.


E chillo certamente è don Gennaro...
'o muorto puveriello... 'o scupatore.
'Int' a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se retireno a chest'ora?


Putevano stà 'a me quase 'nu palmo,
quando 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e, tomo tomo... calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!


Da voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono un blasonato?!


La casta e casta e va, si, rispettata,
ma voi perdeste il senso e la misura;
la vostra salma andava, si, inumata;
ma seppellita nella spazzatura!


Ancora oltre sopportar non posso
la vostra vicinanza puzzolente.
Fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari, tra la vostra gente".


"Signor Marchese, nun è colpa mia,
i' nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie b stata a ffa' sta fessaria,
i' che putevo fa' si ero muorto'?


Si fosse vivo ve farrie cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse,
e proprio mo, obbj'... 'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa."


"E cosa aspetti, oh turpe macreato,
che 1'ira mia raggiunga 1'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei gih dato piglio alla violenza!"


"Famne vedé... piglia sta violenza...
'A verità, Marché', mme so' scucciato
'e te senti; e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so' mazzate!...


Ma chi te cride d'essere... nu ddio?
Ccà dinto, 'o vvuò capì, ca simmo eguale?...
... Morto si' tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'n'ato è tale e qquale."

"Lurido porco!... Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?"

"Tu qua' Natale ... Pasca e Ppifania!!
 T' 'o vvuo' mettere 'ncapo... 'int' 'a cervella
che staje malato ancora 'e fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched'e".... e una livella.

'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?

Perciò, stamme a ssenti... nun fa' 'o restivo,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!"
 
Totò

venerdì 12 novembre 2010

Le cozze - curiosità e ricetta - Cozze del marinaio

La cozza è un mollusco bivalve che vive nel mar Mediterraneo, nel Mar Nero e in Atlantico, dalla Manica sino alle coste del Marocco.

Il mitilo mediterraneo chiamato erroneamente mitile e volgarmente muscolo nelle regioni nord-occidentali italiane, peocio in quelle nord-orientali e cozza in quelle centro-meridionali, è un mollusco che vive nel Mediterraneo, nel Mar Nero e in Atlantico, dalla Manica sino alle coste del Marocco.
La cozza è un mollusco bivalve: la sua conchiglia è composta da due parti uguali, è di colorazione esterna nerastra o nero violacea, mentre quella interna è arancione madreperlacea.
Le cozze che posso essere selvagge o di allevamento e vivono in comunità numerose, fissandosi a rocce o a supporti duri, si nutrono principalmente di plancton e di particelle organiche in sospensione.

Contrariamente a quanto si crede, le cozze non vivono bene nelle zone inquinate, anzi : spesso l'inquinamento provoca epidemie nelle colonie di cozze.




 Ricetta: Cozze del marinaio
Ingredienti:

1. Cozze - 1 kg

2. Aglio  - 1 spicchio
3. Vino bianco -  1/2 bicchiere
4. Olio di oliva extravergine - 3 cucchiai
5. Prezzemolo tritato - 1 cucchiaio
6. Peperoncino piccante -  1 pezzetto
7. Sale

1

Spazzolate e lavate bene le cozze.


2
Fate soffriggere in una padella l’aglio nell’olio, aggiungete il peperoncino, le cozze, il vino, cuocete fino a quando le valve delle cozze si saranno aperte, spolverizzate di prezzemolo e servite


Buon appettito!!!

lunedì 8 novembre 2010

Infinito mare


Mare infinito
di acqua e di sale,
cantaci in odi
le tue leggendarie avventure.
Grandi eroi e navigatori
solcan le tue spume
e senza timor alcuno
sfidano il rabbioso tuo
ruggir
seppur in balia
di onde e tormenti.
E, quando l'orizzonte
si fa color dell'oro, laggiù,
lasciamo i venti impetuosi
gonfiarci le vele e
portarci,
spinti da bianche ali,
in quel lontano infinito dove.
 
nereidebruna

martedì 2 novembre 2010

La rabbia del mare

Oggi il mare è inquieto. Onde spumose inondano la riva affogando la sabbia in un vortice convulso. Il suo blu diventa ocra. Che meraviglia! Le sue urla e il suo ruggito arrivano fino a casa. Mi affascina e mi spaventa ma, mio malgrado, mi attrae ancor di più...

La vita

“Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.”

San Agostino
E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi.

Sal.26

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Sal.138
Guidami, Signore, per una via di eternità.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.