Leggere e scrivere

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Cicerone


La vita o la si vive o la si scrive.
Luigi Pirandello

martedì 4 dicembre 2012

Il Castello di Fumone



ll Castello di Fumone, la Rocca Longhi- De Paolis, famosa come sede della prigionia di Celestino V è da sempre custode di segreti.
Sede fin dall’XI secolo di una piccola prigione della Chiesa, la rocca, nel Medioevo, era tristemente nota per le condizioni disumane in cui versavano i detenuti e per le torture che vi si praticavano.

Una delle vicende, tra le più spaventose del castello, narra della triste e macabra storia del “marchesino”, avvenuta nel XIX secolo. Ultimo fratello dopo sette sorelle, il piccolo Francesco Longhi, quale primo figlio maschio, avrebbe avuto in eredità tutti i beni di famiglia. La tradizione vuole che le perfide sorelle, invidiose e per nulla intenzionate a perdere le proprie ricchezze decisero che l’odiato fratellino doveva perire. Lo uccisero giorno dopo giorno mettendo quotidianamente nella sua scodella minuscoli pezzetti di vetro. In breve tempo comparirono i primi dolori che divennero via via più atroci, sino a trasformarsi in una lenta e terrificante agonia: morì alla tenera età di cinque anni. La madre, allora, straziata dal dolore causato dalla perdita di quel figlio tanto atteso ed amato, ordinò, disperata e delirante, che le sue spoglie fossero imbalsamate con la cera e poste in una teca di cristallo, cosicché se ne potesse eternarne la memoria.

E così è stato. Aperto lo sportello del mobiletto, l’impressionante salma viene offerta alla vista. Tuttora non è chiaro il metodo usato per la mummificazione: il dottore morì subito dopo il lavoro in circostanze oscure.
Secondo una leggenda nota agli abitanti di Fumone, il Castello sarebbe infestato dal fantasma di Emilia Caetani Longhi e sembra che ogni notte ella, con passo inquieto e riecheggiante, si rechi a trovare il figlioletto, lo prenda in braccio ed inizi a dondolarlo tra nenie e lamenti. Ma pare che anche lo stesso “marchesino” non abbia abbandonato il castello, e che il suo spirito dispettoso si diletti a nascondere o spostare piccoli oggetti. Inoltre, come se non bastasse, saltuariamente dai sotterranei si udirebbero le urla e i gemiti degli spettri dei prigionieri dei sotterranei, la cui anima, dopo la tormentata esperienza terrena, non trovò mai riposo.

Nessun commento:

Posta un commento

La vita

“Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.”

San Agostino
E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi.

Sal.26

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Sal.138
Guidami, Signore, per una via di eternità.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.