Un luogo d’incanto, dove miti, eroi e leggende si perdono
nei tempi. Terra di battaglie, dove Ulisse approdò con le sue navi ammaliato da
tali bellezze. Si lasciò abbracciare dalla maga Circe… e combattè con coraggio
contro un popolo di giganti: i Lestrigoni.
Sbarcai cercando salvezza e speranze; mi ritrovai solo e
sperduto ma l’incanto del luogo, l’aria odorosa di salmastro, il cielo terso,
il mare cristallino e il verde lussureggiante dei pendii rinfrancò il mio animo
turbato. Avevo perso tutto, amici e navi e la paura non lasciava il mio cuore
affranto. Dolore, rabbia, rancore… gli dei mi avevano abbandonato in balia
dell’onde. Che tristezza… !!!
La vidi: bella dai lunghi capelli corvini, dagli occhi scuri
e penetranti, dall’incarnato ambrato e fine come seta. L’abito fluido e color
zaffiro le fasciava morbidamente le curve sinuose. Forse era una dea? Accennò
ad un dolce sorriso che ricambiai. Mi avvicinai. E la mano che mi tese fu un
invito… il contatto mi fece rabbrividire.
- Chi sei, creatura o divina dea? -
- Sono Circe, prode Ulisse… e sei nel mio regno! -
- Tu conosci il mio nome… -
- Ti aspettavo! -
- I miei uomini e le mie navi sono andate perdute. -
- Lo so, non temere, allieterò i tuoi giorni e non sentirai
sofferenze e turbamenti. Accanto a me
solo dolcezza ed estasi. Vieni, seguimi… bevi dal mio calice l’elisir di lunga
vita: sarai immortale e insieme godremo eternamente i frutti dell’amore
carnale. -
- Non nego che mi attrae il tuo abbraccio e il pensiero di
immortalità, ma devo tornare a Itaca. -
- Fermati solo un po’… nulla ti mancherà qui. Ogni tuo
desiderio sarà esaudito. Dimentica Penelope! – A quel nome ad Ulisse gli battè
forte il cuore in petto. La sua dolce Penelope lo stava aspettando da tempo.
- Lasciami andare incantatrice. Tu, maga di incantesimi e
sortilegi… solo l’abbraccio di Penelope può darmi ristoro. Le tue promesse
sanno d’inganno e di menzogna… -
- Povero illuso. Vai, vattene… laggiù c’è una nave. E’ tua,
prendila, torna dalla tua amata ma sappi che la tua vita sarà un susseguirsi di
lotte, sofferenze, dolori e l’amore al quale tu tanto aneli, non vincerà. –
Quelle parole lo intristirono profondamente ma non perse il coraggio. Raggiunse
la nave e riprese il mare. Forse Penelope e la sua Itaca sarebbero rimaste solo
un sogno, un desiderio, una speranza, ma quello che contava veramente era il
viaggio per raggiungere la meta.
nereidebruna
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