Leggere e scrivere

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Cicerone


La vita o la si vive o la si scrive.
Luigi Pirandello
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giovedì 10 febbraio 2011

Un cielo capovolto

Un mare trasparente in questi giorni nella riviera. Passeggiando immersa nel profumo di sale e avvolta nei caldi raggi del sole mi persi ad osservare la limpidezza del fondale, che mi permise di vedere tre meravigliose stelle marine scarlatte avvinghiate agli scogli. E quell'azzurro mi parve un cielo capovolto.
Più in là...due piccole meduse orlate di rosa, bianche e lattigginose nuotavano leggere e fluide simili ad angeli nel blu infinito. Che meraviglia!!!
Questo è il mio piccolo mondo...

martedì 23 novembre 2010

Verso il cielo


Irto e impervio
è il sentiero
che porta a Dio.
Faticosa è la salita
sotto un limpido cielo,
ma la devozione spinge lassù.
Il Cristo Redentore
silente e imponente
accoglie le genti
che con la preghiera
si affidano a Lui.
A spalle accompagnata
la pesante statua
dell’Arcangelo Michele.
Verso l’Eremo va,
preceduta con onore
dai poveri Cavalieri di Cristo.
Una croce rossa patente
nei bianchi mantelli,
come ali nel vento
raggiungono il cielo.
Fende la spada
l’Arcangelo Michele.
Inni solenni e orazioni di fede
mentre il sole radioso
splende illuminando
di oro la cima,
che verso l’infinito Cielo,
s’inchina a Dio.


Stefania

martedì 5 ottobre 2010

Un mio racconto: Regina "Speranza"

Era l’alba! Il sole nasceva dolcemente sul profilo del mare e la giornata primaverile si preannunciava
splendida. Il cielo sgombro da nubi, via via si faceva chiaro e limpido pennellato da delicate striature
bianche.
Oltre quell’alta insenatura, dietro quei pini marittimi, il panorama mi lasciò senza parole. Uno scorcio mozzafiato. Uno splendido connubio fra cielo, terra e mare dove l’immagine fantastica di leggende, miti, eroi e dei lasciava ampio spazio ai sogni.
Avevo qualcosa di importante da fare.
Tra le mie mani… una bottiglia.
Il mare sotto spumeggiante e fragoroso color cobalto schiaffeggiava, con foga, gli alti scogli e il promontorio dove svettava maestoso il faro.
Per alcuni minuti rimasi immobile. Affascinata, respirai a fondo più volte, gustando il delizioso profumo naturale che inebriava l’aria. Poi accarezzai lievemente il freddo vetro della bottiglia. Era il mio saluto, il mio augurio di buon viaggio.
Tesi il braccio e con forza la lanciai.
Minuscola cadde in quell’immenso infinito.
Onde ricciolute e impetuose la catturarono fra i vortici e fra i marosi scomparve.
Il mio messaggio scritto di pugno, lì racchiuso, avrebbe raggiunto oltre i confini il regno fiabesco
della Regina “Speranza” chiamato “Arcobaleno”.
In quella bottiglia ci sono i sogni e i desideri di un futuro migliore per l’intera umanità.
“Oh… mia Regina Speranza Vi ho scritto con sincerità e apertura di cuore. Ancora sigillate sono le
porte del Vostro meraviglioso impero.
Fin dalla notte dei tempi si conosce l’amore e il rispetto che Vi regnano indissolubili. Non ci sono
guerre fra popoli e razze diverse. Gli esseri umani e gli animali vivono in pace fra loro.
La vita trascorre serena e gioiosa, senza affanni.
Gli uomini sono tutti uguali, nessuno ricco o povero. Abbondante cibo non manca in alcuna tavola. Odi e rancori sono inesistenti.
La sofferenza fisica e le malattie non fanno parte di questo reame.
Si lavora con piacere coltivando la terra e aiutandosi vicendevolmente.
Si crede ad un unico Dio che ha creato il paradiso in cui si vive dove domina la giustizia.
La natura è un’esplosione di colori e profumi. Alberi sempreverdi raggiungono il cielo e piante fiorite
impreziosiscono e rallegrano il paesaggio.
Gli uccelli volano liberi. Nessun fucile li colpirà.
Gli animali terrestri trascorrono l’esistenza nel loro habitat senza timore alcuno.
Fresche e limpide acque scendono giù dai monti formando docili ruscelli e a tratti affascinanti cascate; nel loro perpetuo movimento creano sospese goccioline iridescenti come diamanti che rendono l’aria frizzante.
Acque diventano via via grossi corsi che tranquilli sfociano in un mare ricco di rigogliosa attività.
Le gorgonie gialle paiono flessibili preziosi ricami che si piegano sotto il flusso delle correnti, senza
mai venirne spezzate.
Il corallo rosso splendido e mitico vive indisturbato nello scrigno del mare più profondo.
Le attinie belle e voraci, le sgargianti stelle marine e moltitudini di pesci, minuscoli o enormi, in livree
bizzarre e colorate si muovono sinuosamente accarezzando l’acqua.
In superficie scivolano dolcemente imbarcazioni spinte dal vento che ne gonfia le vele o da braccia
vigorose d’uomo.
Il mare è limpido e trasparente, profuma d’alghe e di salmastro.
In questo perfetto ecosistema regna l’armonia secondo il disegno divino.
Oh… mia Regina Speranza vorrei tanto che questo Vostro impero “Arcobaleno” diventasse accessibile alle persone buone e caritatevoli con il cuore puro e sincero.
Io credo sia venuto il momento di togliere i sigilli e aprire le porte affinchè il bene distrugga il male
annientandolo fino alla radice e la luce vinca le tenebre creando un unico mondo dove domini sovrana la pace e dimori l’amore.”

Nereidebruna

mercoledì 8 settembre 2010

Piccolo pesce

Piccolo pesce
guizzante
dai colori sfavillanti
che vai per mare,
fra le gorgonie e
le stelle marine
rincorri la libertà
che solo il tuo mondo
ti dà.
L'onda ti culla,
la spuma ti sfiora
e mentre vai
nel profondo blu
scende dolcemente la sera
e la luna si specchia,
vanitosa
nel tuo immenso cielo.

nereidebruna

mercoledì 25 agosto 2010

A spasso con me

Ero uscito presto. Il sole stava pian piano levandosi oltre la duna.
Attraversai la strada con attenzione ma vista l’ora, il via vai delle auto che saettano a destra e a sinistra in un continuo frastuono e strombettio, era pressoché nullo. Un deserto d’asfalto.
Il viale alberato era spoglio da ogni essenza di vita; solo una piccola graziosa lucertola priva di coda zampettava sinuosa lungo il tronco rugoso di un alto pino marittimo alla ricerca di un raggio di sole per il suo consueto bagno di luce. Al mio passaggio, come il solito, raggiunse in fretta una piccola insenatura nel legno e si rifugiò al suo interno.
Nella panchina, antistante alla discesa che portava al mare, dormicchiava seduto scomposto con la testa penzoloni, un anziano. Il giornale quotidiano scivolato per terra. Alcuni fogli erano sparsi nell’erba spinti dal vento. Gli passai vicino ma non si mosse.
Finalmente incontrai il primo uomo “in vita” che correva leggero e sorridente, non so perché, dalla parte opposta della strada. Stava facendo jogging e quella sua palese felicità espressa da una fila di denti bianchissima e ben in mostra, stampata tipo manifesto pubblicitario per sponsorizzare qualche nuovo e miracoloso dentifricio, mi parve alquanto falsa e fuori luogo. Sapevo che correre era faticoso e neppure tanto divertente.
Continuai la mia passeggiata superando un ponticello di legno. Sotto scorreva un piccolo corso d’acqua a volte senz’acqua. Oggi invece un rivolo, forse alla fine dei suoi giorni scivolava lento.
Dal muretto, guardando giù vidi alcune rane che con un “cra cra” mi diedero il buongiorno e poi con un salto scomparvero sotto il fogliame. La loro non è una lingua universale, quindi le salutai con un cenno.
Ecco il mare! Vivevo qui da qualche tempo e ogni volta che vedevo il mare, cercavo di scoprirne i confini ma la sua distesa era infinita.
A essere sincero non amo particolarmente sguazzare nell’acqua e il mio nuoto è esclusivamente per salvarmi la pelle. Un po’ invidiavo, ed è difficile che lo ammetta essendo alquanto orgoglioso, il migliore e fedele amico dell’uomo, parlo del cane, che si butta in acqua come un pazzo per raccogliere un semplice tronco amorfo, per di più non commestibile, ma che lo rende tanto felice e soddisfatto.
Parli del diavolo… ecco che spunta la coda. Un piccolo, ma non troppo ammasso di pelo correva abbaiando verso alcuni gabbiani che zampettavano a caccia di molluschi. All’arrivo della matassa di ovatta crespa si alzarono in volo emettendo stridii acuti.
Il padrone lo richiamò a gran voce:
“ Birillo…!” Ubbidiente ritornò sui suoi passi leggermente avvilito. A me i cani non piacciono. Ero allergico.
Una volta poi, il cane degli inquilini del secondo piano, la famiglia Marchetti, un quattro zampe pulcioso, con la barba, due orecchie lunghe e larghe come un elefante, una coda a ricciolo simile a quella dei porci che si chiamava Rufus, un nome appropriato, mi si parò davanti al portone d’entrata del palazzo e minacciosamente mi mostrò “un sorriso” completo di tutti i denti canini compresi, e mi puntò. Capii che non era un bel giorno per me, anche se il sole splendeva e nella mia mente scattò, come in un film, un ciak si gira. Guardai a destra e a sinistra per trovare un varco d’uscita e darmela a gambe levate (per alcuni secondi una musica tipo Profondo Rosso) e mi resi conto che l’unica via di salvezza era attraversare la strada di corsa (e qui il suo sguardo duro fissa il mio e la musica cambia d’improvviso: Mezzogiorno di fuoco). Era, infatti, mezzogiorno e il traffico della statale inimmaginabile. Passare forse era un suicidio (e vidi in un flash le mie esequie e una bianca lapide marmorea su cui era scritto: Qui giace Romeo un compagno di vita amato da tutti).
Il coraggio però non mi è mai mancato. La musica cambiò di nuovo, questa volta presa dal film: La carica dei 101; come un fulmine mi girai di scatto lasciando la paura sul ciglio attraversai la strada velocissimo. Non credo che il nuovo treno Milano - Roma ad alta velocità avrebbe potuto eguagliarmi. E ce la feci per un pelo, lui invece… Seppi che per Rufus non ci furono esequie ma un sacco di plastica scuro e un cassonetto.
Fui triste per qualche minuto, giusto il fatto doloroso, poi ripresi la mia dignità e tornai a casa a testa alta.
In fondo questa è la vita!

La spiaggia si stava popolando. Un bimbo seminudo seguito dalla mamma giocava allegramente con la palla.
Mi soffermai curioso a osservare una buca profonda ma vuota vicino alla riva. Non sapevo che qui ci fossero le talpe e non era la prima buca che vedevo.
Mi avviai verso l’uscita; si stava facendo tardi. Il cielo limpido privo di nubi e il sole ora alto mi avevano fatto dimenticare lo scorrere del tempo. La colazione mi aspettava.
Salutai la solita anziana carica di buste con la spesa alimentare. Dal profumo che sprigionavano, oggi doveva aver acquistato dell’affettato e mi venne l’acquolina e un leggero languorino allo stomaco. Dovevo dirlo a Rosa che quando va da Gigi ne compri qualche etto. Ne vado pazzo!
Allungai il passo e arrivai giusto giusto perché dalla cucina usciva un delizioso aroma di pane tostato, biscotti e caffè… il caffè no, perché mi rende nervoso ma il resto… Pancia mia fatti capanna.
“ Sei qui finalmente… dove sei stato? Sempre in giro… “ sbraitò Rosi. Quanto l’amavo, era tutto per me.
“Tieni, questo è il tuo latte, vai piano perché è freddo da frigo e queste sono le tue crocchette. Mangia!” e pose sul pavimento due scodelle colme.
“O no… “ dissi fra me e me “ la solita sbobba…! “ e sospirando, miagolai debolmente e ci ficcai dentro il muso.

nereidebruna

Pensieri di mare (2° Premio Concorso Internazionale New York)

Il sole, brilla luminoso,
specchiandosi vanitoso
in un mare color smeraldo,
limpido e tranquillo.
Le onde scivolano lente,
sciogliendosi sulla riva.
Qualche anziano passeggia,
respirando l'aria salmastra.
Le mie labbra, sanno di sale!
Un dolce profumo marino mi inebria.
Che spettacolo, questo cielo capovolto... quest'infinito regno,
dove misteri, ancora si celano inviolati.
Un cane più in là,
corre felice, gioca...
segue il padrone,
scodinzolando abbaia e buttandosi,
fra le onde,
cattura un ramo portato dalla marea.
Un gabbiano zampetta sulla riva,
beccando il guscio 
di qualche mollusco arenato.
Mi avvio verso casa, lentamente, serena,
gli do un ultimo sguardo...
lo saluto, con un dolce sorriso.
Domani, non mancherò!!!!

nereidebruna

martedì 17 agosto 2010

Scrivendo...



Scrivendo di mare
nessuna ombra
copre il mio cielo.
Nel mare azzurro
trovo le stelle
e la luna
che brillano,
vanitose,
nel loro infinito
senza fine.
Scrivendo di mare
sfioro
l'orizzonte con un dito
e pennello di indico
il cielo
che si confonde con
il blu del mare
annegando in esso.


nereidebruna





La vita

“Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.”

San Agostino
E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi.

Sal.26

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Sal.138
Guidami, Signore, per una via di eternità.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.